2023, 94 min.
di Carlos Theròn
con Belén Rueda, Toni Acosta, Gracia Olayo
Recensione di Francesco Mosca
Spoilerometro:

Uscito da poche settimane su Netflix, Fenòmenas del regista Marcos Theròn, si ispira alla storia del gruppo spagnolo Hepta, un nucleo di investigatori del paranormale fondato nella Spagna degli anni ’80 da padre Josè Maria Pilòn. Il lungometraggio si concentra in particolare su uno dei casi più famosi affrontati dal gruppo, accaduto a Madrid alla fine degli anni ’90, in cui Hepta si trova ad indagare su alcuni fenomeni paranormali che affliggono un negozio di antiquariato.
La pellicola si pone in continuità col filone horror spagnolo che, negli ultimi venti anni, ci ha regalato alcuni ottimi film (REC, Il Sabba, The Orphanage, senza dimenticare i lungometraggi dei “latini” Alejandro Amenabàr e Guillermo del Toro) ma se ne discosta fortemente per tematiche e messa in scena.

Al di là dell’indagine che vede coinvolte le tre protagoniste, il film tenta di indagare e approfondire i rapporti interpersonali tra di loro, tratteggiando la personalità delle donne con dialoghi serrati e battute sagaci. Il risultato è che in alcuni momenti la sceneggiatura riesce a strappare una risata allo spettatore ma, al contempo, addolcisce troppo le atmosfere horror del film, stemperando il risultato finale in una commistione tra horror e commedia che a tratti lascia interdetti dato che la mescolanza tra i due generi non sembra del tutto riuscita. Se in pellicole come Benvenuti a Zombieland e La trilogia del cornetto di Edgar Wright questo mix ha contribuito in modo decisivo al successo dell’opera e ne costituisce la caratteristica fondante, nel caso di Fenòmenas il risultato non è altrettanto positivo e anzi trasmette la sensazione di configurarsi quasi come elemento fortuito più che come ricerca precisa.

L’interpretazione del cast è comunque uno degli elementi più convincenti del film: le tre protagoniste riescono a risultare convincenti sia nei momenti comici sia nelle scene più propriamente horror, con Belén Rueda e Toni Acosta a mettersi particolarmente in luce rispetto agli altri attori, la cui recitazione risulta comunque buona, per quanto insufficiente a salvare il film. Il passaggio tra horror e commedia situazionale, che si ripete un paio di volte nell’arco del film, in definitiva abbassa di troppo la tensione e sospende di conseguenza la dose di incredulità necessaria a godere di un buon film horror.

Voto: 2.5/5
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