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Rams - Storia di due fratelli e otto pecore (Hrútar)

2015, 93min.

di Grímur Hákonarson

con Sigurður Sigurjónsson, Theodór Júlíusson, Charlotte Bøving


Recensione di Simone Giuffrida


Spoilerometro:



Kiddi e Gummi sono due vecchi fratelli islandesi che non si parlano da 40 anni. Al centro della loro rivalità c'è l'ingestibilità caratteriale del primo, sempre polemico, alieno da ogni regola sociale e alla convivenza civile, mentre Gummi (Sigurður Sigurjónsson) è sempre molto ligio e pacato. I due sono entrambi pastori, abitano uno accanto all'altro in un'isola sperduta dell'estremo nord, ma comunicano solo attraverso il loro cane, che trasporta in bocca i rari messaggi. I fratelli non hanno mai smesso di volersi bene, ma la loro natura e la loro cultura li hanno abituati a non esprimere alcuna forma di affetto e nessuno dei due ha mai fatto il primo passo verso la riconciliazione.


Quando viene indetto un concorso per il miglior montone, Gumni nota come l'animale portato in gara del fratello presenti i sintomi della scrapie, un'encefalopatia degenerativa che colpisce il sistema nervoso e che è facilmente trasmissibile tra gli ovini. Parte quindi un controllo veterinario anche ai pascoli vicini a quelli dei due fratelli e si impone l'abbattimento di tutti i greggi trovati contagiati: Kiddi (Theodór Júlíusson) non perde tempo per incolpare il fratello, a suo dire responsabile dello sterminio di tutta la razza.



Per la prima volta, però, Gummi va contro la legge, e all'insaputa del fratello risparmia sette pecore e un montone nascondendoli nella cantina di casa. Venutolo a sapere, Kiddi lo aiuta proprio quando le autorità stanno per arrivare. I due, con l’aiuto del fedele cane, conducono gli ovini verso le montagne per nasconderle. Una notevole bufera però fa perdere di vista gli animali, separando anche i due fratelli. Tornata la quiete, dopo un'estenuante ricerca, Kiddi trova Gummi a terra assiderato; scava così una cavità nella neve dove mettere al riparo il fratello per scaldarlo.


La trama è ridotta all'osso e sono proprio la semplicità e la linearità della storia il vero punto di forza del film che descrive con puntualità una vita scarna e dilatata in cui la pastorizia è l’unica fonte di sostentamento e le pecore sono al centro sia della vita che degli affetti dell'intera comunità islandese.



Poche parole e pochi gesti: ai due protagonisti bastano fisico sofferente ed espressioni minimali per descrivere la propria solitudine; in particolare a Sigurður Sigurjónsson (Gumni) conosciuto nel suo paese come attore comico e cabarettista, qui nei panni di un ruolo molto diverso.

Nel 2015 il film ha vinto nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes, mentre nel 2020 ne è stato realizzato un remake in salsa esotica con Sam Neill (Jurassik Park, Fino alla fine del mondo) diretto da Jeremy Sims e ambientato nella remota Australia occidentale.



Voto: 3/5

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