2024, 115min.
di Magnus von Horn
con Trine Dyrholm, Vic Carmen Sonne, Besir Zeciri, Ava Knox Martin
Recensione di Francesco Mosca
Spoilerometro:

Diretta dal regista svedese Magnus von Horn, The Girl with the Needle è un'opera cinematografica che si contraddistingue per la sua eleganza formale e per l'intensità delle interpretazioni delle attrici protagoniste. Il film è ispirato a eventi reali avvenuti alla fine della Prima Guerra Mondiale e si ambienta nella Copenaghen del primo dopoguerra, offrendo allo spettatore una rappresentazione cruda e affascinante di un periodo storico socialmente travagliato.

La regia di von Horn si caratterizza per un approccio che richiama il cinema espressionista, utilizzando prospettive deformate e un'illuminazione che trasforma i volti dei personaggi in maschere allucinate. Questa scelta stilistica non solo rende omaggio a un'epoca cinematografica e ad uno stile ben precisi, ma amplifica anche la tensione e il senso di inquietudine che pervade l'intera narrazione. Le inquadrature fisse, come incorniciate, e i piani distorti contribuiscono a creare un montaggio interno ricco di dettagli, immergendo lo spettatore nei quartieri poveri e nelle fabbriche di Copenaghen. La decisione di girare in bianco e nero accentua ulteriormente l'atmosfera cupa e grigia, evocando nello spettatore una sensazione di opprimente claustrofobia e angoscia.
La fotografia, curata da Michał Dymek, è un elemento chiave nel definire l'estetica del film. Dymek utilizza un'illuminazione spesso proveniente dal basso, una tecnica presa in prestito dal cinema horror, che conferisce ai volti dei personaggi un aspetto a tratti contorto e grottesco. Questa scelta non solo deumanizza i personaggi, ma mette in risalto la brutalità e la crudeltà insite nelle loro azioni e nelle circostanze in cui si trovano. La composizione delle scene è meticolosa, con un'attenzione particolare ai dettagli che arricchiscono la narrazione visiva e contribuiscono a costruire un mondo coerente e credibile. La fotografia non si limita a registrare gli eventi, ma diventa un mezzo espressivo che amplifica le emozioni e le tensioni presenti nella storia.
Anche la colonna sonora, composta da Frederikke Hoffmeier, merita di essere menzionata. Le musiche concorrono a creare un'atmosfera inquietante e immersiva, accompagnando efficacemente le immagini e amplificando le emozioni trasmesse dalle scene. La colonna sonora non è mai invasiva, ma si integra perfettamente con la narrazione, sottolineando i momenti di tensione e quelli di introspezione con una sensibilità che arricchisce l'esperienza visiva.

Le interpretazioni delle attrici protagoniste sono straordinarie, il perno attorno a cui ruota l’intero film, e aggiungono profondità ai personaggi complessi che rappresentano. Vic Carmen Sonne, nel ruolo di Karoline, offre una performance intensa e sfaccettata. Il suo personaggio è quello di una giovane operaia che, dopo aver perso il lavoro e la casa, si trova incinta e disperata. Sonne riesce a incarnare sia la vulnerabilità che la determinazione del suo personaggio, rendendo palpabile la sua lotta per la sopravvivenza in un ambiente ostile. La sua interpretazione trasmette una gamma di emozioni che vanno dalla paura alla speranza, rendendo Karoline una figura empatica e realistica.
Trine Dyrholm, nel ruolo di Dagmar, offre una performance altrettanto potente. Dagmar è una donna che gestisce un servizio di adozione illegale, e Dyrholm riesce a rappresentare la complessità morale del personaggio, evitando di ridurla a una semplice antagonista. La sua interpretazione suggerisce motivazioni profonde, traumi subiti e conflitti interiori, rendendo Dagmar una figura enigmatica e affascinante. Dyrholm porta sullo schermo una presenza magnetica, capace di dominare la scena con una sottile intensità che cattura l'attenzione dello spettatore.
Il rapporto che si instaura tra due così diverse è il fulcro emotivo del film. La dinamica tra Karoline e Dagmar è complessa e carica di tensione, esplorando temi come la dipendenza, la manipolazione e la ricerca di redenzione. Le interazioni tra Sonne e Dyrholm sono cariche di sottotesti e non detti, e le loro performance si completano a vicenda, creando un legame credibile e coinvolgente che sostiene l'intera narrazione. La chimica tra le due attrici rende le scene condivise particolarmente intense, offrendo una profondità emotiva che arricchisce la comprensione dei personaggi e delle loro motivazioni.

In conclusione, The Girl with the Needle è un film che colpisce per la sua cura tecnica e per le interpretazioni memorabili delle sue protagoniste. La combinazione di una regia attenta, una fotografia espressiva e performance attoriali di alto livello rende questa pellicola un'esperienza cinematografica intensa e coinvolgente, capace di lasciare un'impronta duratura nello spettatore. Il film non si limita a raccontare una storia, ma invita a una riflessione profonda sulle dinamiche umane e sulle scelte morali in situazioni di estrema difficoltà.
Voto 4,5/5
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