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It

2017, 150min.

di Andy Muschietti

con Bill Skarsgård, Jaeden Martell, Sophia Lillis 

 

Recensione di Simone Giuffrida


Spoilerometro:




Siamo nel periodo storico dei remake, mai così tanti nella storia del cinema; se per mancanza di idee o per effettiva ammirazione lo vedremo tra qualche anno. Ricordiamo tutti il terribile/splendido romanzo It di Stephen King del 1986 in cui una misteriosa entità con fattezze da pagliaccio tortura dei ragazzi; ricordiamo anche la notevole miniserie televisiva di qualche anno più tardi. In due lunghi capitoli, mostrava la vita di questa cittadina del Maine e di questi ragazzi, poi uomini, perseguitati dal pagliaccio Pennywise.



Il film del 2017 di Muschietti ripercorre esattamente la storia dividendola ancora una volta in due capitoli; la scenografia regge, ma il contesto troppo cupo stona parecchio con l'originale ambientazione del libro. La scelta del pagliaccio, infatti, riporta a giornate limpide, cieli tersi; ambientazioni in cui il contrasto tra il It e l'intreccio più che orrorifico viene elevato quasi ad esaltazione. Anche Pennywise stesso (o Bob Gray che dir si voglia), citando le prime pagine del libro di King, mostra la sua vera entità, solamente nel "gesto finale", quello estremo che porta o che vorrebbe portare alla morte. Questo film, invece, è come se fosse attorniato da una perenne ed inverosimile aura dark, sempre in cerca di uno scontro, anche puramente visivo o uditivo oppure di un qualcosa che deve accadere, senza mai "preparare" il terreno con l'arma che meglio si confà alla trama, ossia il divertimento. It non è un classico horror e trattandolo come tale finisce per perdere tutta la sua potenza, quasi tutta la sua logica.



Nel ruolo del pagliaccio demoniaco Bill Skarsgård è molto bravo, il trucco è fatto bene anche se forse il paragone con Tim Curry regge poco: un po' come se ci trovassimo di fronte al dualismo Nicholson – Ledger nel ruolo di Joker, altro personaggio che non a caso sfrutta ironia e gioco per seminare terrore. La miniserie è più rozza e molto meno sofisticata del film ma forse rende meglio l'idea del clown tout court, a partire dagli indumenti che indossa. Mentre Curry indossava, fedele a quanto descritto nel libro, un lungo vestito giallo, capelli lunghi solo ai lati di un rosso fuoco e blusa viola, Skarsgård invece sembra più un giannizzero medievale con una veste bianca quasi cavalleresca e timidi pompon rossi, come ad evocare l'epoca cupa per antonomasia, a detta anche della costumista Janie Briant.


Per il ruolo di Pennywise lo sceneggiatore Fukunaga, prima di Skarsgård, prese in considerazione anche Will Poulter, Johnny Depp, Jim Carrey e (secondo qualche rumor) ancora Tim Curry. Fukunaga avrebbe dovuto dirigere il film nell'estate del 2016 ma l'anno prima il progetto si arenò e lui abbandonò tenendo solo la sceneggiatura e dichiarando: «Volevo fare un film horror non convenzionale. Non rientrava nell'algoritmo di ciò che sapevano di poter spendere e su cui lucrare, considerando che non volevano offendere il loro pubblico abituale. Abbiamo investito anni e così tanta narrazione ed aneddoti. Chase ed io abbiamo riversato le nostre infanzie in quella storia. Quindi la nostra più grande paura era che avrebbero preso la nostra sceneggiatura e l'avrebbero imbastardita. [...] Stavo facendo onore allo spirito di Stephen King nel romanzo, ma avevo bisogno di aggiornarlo. King ha visto una delle prime bozze e gli è piaciuta».




Le due linee temporali del romanzo di King si alternano, si incastrano e nel film tv degli anni '90 vengono riprese. Muschietti, invece, preferisce sistemare cronologicamente tutto in due capitoli; una scelta che probabilmente non si è rivelata molto efficace, se non in nome della minore lunghezza e della monetizzazione dovuta alla doppia uscita nelle sale. Così come la miniserie era composta da due lunghi episodi, due anni dopo, nel 2019, uscirà il Capitolo Due sempre dello stesso regista. A differenza dei cinque ragazzi protagonisti in questo primo capitolo, riusciranno i protagonisti del secondo film a non far rimpiangere quelli di trent'anni prima?


Voto 2,5/5

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