Bird
- traumfabrikblog
- 11 ore fa
- Tempo di lettura: 2 min
2024, 119 min
di Andrea Arnold
con Nykiya Adams, Franz Rogowski, Barry Keoghan
Di Arianna Alessia Armao
Spoilerometro:

E se il mondo non fosse poi così reale. Se assumesse forme inattese, difendendoci dai nostri incubi. Se il quotidiano di un qualsiasi quartiere, in un qualsiasi palazzo occupato diventasse magico. Se gli spiriti tornassero al nostro fianco in forma animale, solleticando il misterioso concetto di daimon (che noi conosciamo grazie alla letteratura fantastica, ma origina nell’antica grecia). Se un amico imprevedibile valicasse qualsiasi confine. Saremmo in grado di credere a tutto questo?

Andrea Arnold, regista sensibile e navigata, ci porta nelle periferie del Kent, dove Bailey è alla costante ricerca di azione e dove la famiglia è una realtà rovesciata, oltre che allargata. È dopo una delle sue strane notti che incontra Bird, un soggetto singolare oltre che misterioso, destinato ad accompagnarla in alcuni momenti risolutivi della sua preadolescenza.

Nessuna tra le persone adulte che circondano Bailey è nelle condizioni di prendersi cura di lei, ed è in questo vuoto straziante che si inserisce Bird. È anche vero, tuttavia, che bene e male non sono concetti immediati come lo schermo o il perbenismo borghese hanno sempre voluto farci credere. Il solo vero nemico di Bailey e dei suoi affetti è il perfetto stereotipo di uomo violento, dipendente, inconsistente frequentato da sua madre. Una semplificazione tristemente reale, che incarna tutta l’impotenza di una vita ai margini della società. Così tanto ai margini da rendere superflua qualsiasi interpretazione.

Abbandonati i primi attimi contemplativi, il film assume i tratti dell’avventura, per quanto misurata, e sembra mettere da parte il pubblico attempato in favore di quello giovane. I toni sono quelli un certo cinema realista di matrice britannica (pensiamo anche a Lynne Ramsay, da noi recensita tempo addietro [1]), cui Loach aveva dato una spinta già negli anni Sessanta e che in Arnold approccia l’immaginifico [2]. Nonostante qualche svista nel ritmo della narrazione e qualche dettaglio grafico un po’ esasperato, possiamo unirci al coro di commenti positivi e dire che anche noi avevamo bisogno di Bird per sognare una oscura e profonda liberazione.
[1] Link alla nostra recensione: https://www.traumfabrikblog.com/post/ratcatcher
[2] Qui una disamina più completa: https://www.eyefilm.nl/en/magazine/krassen-op-de-ziel/1179067
Voto: 4/5
Comentarios