di Ivano De Matteo
2023; 108min.
con Edoardo Leo, Milena Mancini, Greta Gasbarri
Recensione di Valentina Corona
Spoilerometro:

“Mia” è un aggettivo possessivo femminile ma anche il nome scelto in modo emblematico per la giovane donna romana alle soglie dell'età adulta ritratta nell'ultimo film di Ivano De Matteo.
Mia (Greta Gasbarri) viene rappresentata mentre attraversa serenamente e senza frizioni la propria adolescenza, in compagnia della migliore amica, degli allenamenti di pallavolo e della propria famiglia, composta dalla madre Valeria (Milena Mancini) e dal padre Sergio (Edoardo Leo), con cui coltiva un ottimo rapporto privo di scontri e di segreti.

La serenità personale e familiare della ragazza si interrompe bruscamente non appena diviene oggetto delle attenzioni di Marco, ragazzo poco più grande di lei che la corteggia in modo insistente e col quale Mia finirà con l'intrattenere una relazione sentimentale. In breve tempo, Marco mostrerà il suo vero volto di uomo ossessivo e violento.

Il film di De Matteo esce nelle sale il 6 aprile 2023 e ottiene un incasso di poco più di 800 mila euro, ma diviene noto al grande pubblico dopo essere stato messo a disposizione su RaiPlay, che lo seleziona tra i prodotti della piattaforma in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne del 2024. Di violenza maschile parla infatti il lungometraggio, e, nello specifico, del tentativo di una famiglia – rappresentata, per la verità, soprattutto dalla figura paterna e a tratti patriarcale di Leo – di resistere e di sopravvivere a questa violenza senza distruggersi.
L'intento didascalico è piuttosto chiaro: Mia è un prodotto che si presta a essere mostrato ad adolescenti e genitori di adolescenti in senso educativo e deterrente, e non è certamente un caso che abbia ottenuto un finanziamento da parte del Ministero della Cultura. Tuttavia, più di un elemento nella costruzione del film sembra scricchiolare, sia se lo si analizzi dal punto di vista del fine sia nel caso in cui ci si limiti a osservarne la sceneggiatura, firmata dal regista e da Valentina Ferlan – coppia ormai rodata già co-autrice delle sceneggiature di Gli equilibristi (2012), I nostri ragazzi (2014), La vita possibile (2016) e Villetta con ospiti (2020).
Il troppo stroppia, e, almeno dopo la seconda metà della sua durata, il film di De Matteo pare decisamente sovraffollarsi di temi: al fulcro narrativo principale, che sembrerebbe rappresentato dalla descrizione di una relazione tossica e violenta, dell'estrema difficoltà per la vittima di affrancarsene e per la famiglia della vittima di starle accanto in modo utile, si aggiunge quello del revenge porn e, come se non bastasse, nel finale fa la propria comparsa pure la giustizia fai-da-te, in un climax di intensità ascendente in cui il rischio è di veicolare nello spettatore un senso di velata inverosimiglianza.
Una tale parabola appare tanto più non necessaria davanti alla constatazione che il lungometraggio non offre, in realtà, alcuna apertura alla speranza; la storia, in sostanza, avrebbe potuto essere perfettamente nera anche senza l'aggiunta del “troppo” di cui sopra.
C'è da chiedersi, infine, perché Mia, nonostante il titolo del film, funga da protagonista della storia in modo solo apparente. Caratterizzata psicologicamente in modo non particolarmente approfondito, Mia rimane tutto sommato sullo sfondo di uno scenario dominato dagli adulti, contesa tra due uomini, il fidanzato e il padre.
Nel 2024 abbiamo davvero ancora bisogno di rappresentazioni come questa?

Voto: 2,5
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