Cherry Juice
- traumfabrikblog
- 27 mar
- Tempo di lettura: 3 min
2023, 90min.
di Mersiha Husagic
con Mersiha Husagic, Niklas Löffler, Hurmeta Husagic
Recensione di Sofia Magliozzo
Spoilerometro:

Inserito all’interno della cornice del cinema indipendente, Cherry Juice è un prodotto contemporaneo di grande valore estetico che consegna un modo di raccontare del tutto non convenzionale. Artefice ne è la regista Mersiha Husagic che, con una serie di scelte stilistiche e accompagnata da una scrittura ellittica e mirata, realizza un'opera che osa mostrare una visione dolorosamente lucida della condizione umana lasciando ampio spazio per l'interpretazione dello spettatore.
La struttura della trama è nebulosa e onirica, quasi tendente all'incubo. Selma, infatti, una giovane donna con una vita emotiva turbolenta, si mostra in grandi difficoltà nell’affrontare il proprio percorso di scoperta di sé e cerca, allo stesso tempo, di colmare le lacune della sua esistenza. Per tutto il film, la vita di Selma sarà un alternarsi di conflitti tra il desiderio di raggiungere un qualcosa e la mancata capacità di relazionarsi con gli altri.

La pellicola inizia con quella che potrebbe sembrare un’immagine consueta: la donna, in una stanza buia, si concede un momento di perfetta e voluta solitudine. In realtà, sembra esserci un particolare sottotesto di silenziosa tensione, come se la scena dovesse rivelare qualcosa che sfugge alla percezione dello spettatore. È proprio questo sottotesto che la regista sembra voler scegliere come motore del viaggio emotivo da percorrere per tutta la durata del film.
Per far ciò, il film viene realizzato con un montaggio non lineare in cui sono ricorrenti i simbolismi, proprio come il “Cherry Juice” oggetto del titolo: il succo di ciliegia, dal colore intenso, diventa una metafora per il dolore che caratterizza le esperienze di vita più significative. Le ciliegie, frutti che evocano un’idea di piacere ma anche di stagionalità, diventano il simbolo della fragile bellezza della condizione umana; l’elemento del succo, che scivola via inesorabilmente, connota il film come una riflessione sulla fugacità dei momenti di felicità e sull’impossibilità di trattenere completamente ciò che più si desidera.

Se la fotografia e la regia sono i punti di forza di questo film, le performance degli attori non sono da meno. La protagonista, impersonata dalla stessa regista, riesce a rendere tangibili le lotte interiori di Selma senza cadere nella trappola del melodramma. La sua interpretazione è delicatamente raffinata e complessa, oscillando tra il bisogno di amore, la paura di essere rifiutata e un livello insopportabile di solitudine. A sostenerla c'è un cast che, sebbene mai troppo centrale, contribuisce a dare vita a un mondo interiore profondamente bello e disperato. Ogni personaggio, anche nei suoi tratti periferici, appare come una proiezione delle emozioni di Selma: un'incarnazione del suo io non realizzato. La regista va oltre il semplice racconto di una storia d'amore o di perdita; cattura l'essenza delle dinamiche relazionali in cui ogni futura possibilità, destinata a nascondere una battaglia con la propria identità, viene rivelata in tutte le Interazioni. .
La colonna sonora non appare mai invadente ma, al contrario, va di pari passo con il paesaggio emotivo del film. In particolare, l'uso del silenzio accompagnato da suoni ambientali morbidi riesce a intensificare il senso di disconnessione e la sensazione di essere fuori contatto con la realtà.

Cherry Juice indulge nell'assurdo in un modo che è al contempo originale e riflessivo: sfidando le aspettative del pubblico, racconta una storia che è, nonostante i suoi toni esistenzialisti, profondamente umana. Il film non offre soluzioni semplicistiche; piuttosto, richiede allo spettatore di confrontarsi con il proprio stato emotivo riguardo alla propria solitudine e alla necessità di interagire, presentandosi come la meditazione più profonda sulla sofferenza e la speranza, sull'amore e l'incapacità di essere presenti, segnando profondamente il cuore di chi lo guarda.
Voto: 4/5
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