1981, 140 min.
di John Boorman
con Nigel Terry, Helen Mirren, Nicol Williams, Nicholas Clay, Cherie Lunghi
Recensione di Francesco Mosca
Spoilerometro:

Il mito di Re Artù e dei cavalieri della tavola rotonda è uno dei più importanti sia della cultura britannica che, più in generale, di quella occidentale. A questo personaggio diviso tra storia e leggenda sono stati dedicati innumerevoli libri, film, fumetti e videogiochi. Molti episodi della vita del re sono entrati a forza nell’immaginario collettivo, primo fra tutti la sua incoronazione dopo l’estrazione della celebre “spada nella roccia” Excalibur.
Tra le molte trasposizioni cinematografiche realizzate a partire dalle storie su questo eroe mitico merita, una menzione speciale la pellicola del 1981 di John Boorman, intitolata proprio alla spada Excalibur. La pellicola prende spunto dal poema tardo-medievale di Sir Thomas Malory -“La morte di Re Artù”- e, come l’opera da cui trae ispirazione, racconta gli episodi più importanti della vita del re leggendario, dal suo concepimento, avvenuto grazie all’inganno della magia di Merlino, passando per l’ascesa al trono, la fondazione di Camelot e la creazione della tavola rotonda, il matrimonio con Ginevra e il tradimento di lei con Lancillotto, la ricerca del Santo Graal per arrivare infine, alla morte del re e alla sua successiva sepoltura presso la leggendaria isola di Avalon.

Le differenze tra il film e l’opera letteraria sono notevoli: la vicenda storica di Artù, infatti, si svolge tra il V e il VI secolo mentre l’ambientazione del film si colloca nella seconda metà del XV secolo.
Nonostante il notevole divario temporale, l’accuratezza e la bellezza dei costumi rimangono tra i punti di forza assoluti del film, di straordinario impatto visivo.
La colonna sonora è in parte composta da Trevor Jones, che negli anni successivi sarebbe divenuto autore di un gran numero di colonne sonore di successo (tre le altre, quelle di: L’ultimo dei mohicani, Labyrinth, Dark Crystal), e in parte consiste in una selezione musicale di brani di Wagner tratti da Tristano e Isotta, Sigfrido e Parsifal oltre che dri magnifici Carmina Burana di Carl Orff, che si affermarono nel panorama internazionale grazie al successo ottenuto dalla pellicola.

Interessante la scelta del cast che vede tra i protagonisti molti attori all’epoca esordienti o con poca esperienza alle spalle in campo cinematografico, come: Nigel Terry (Artù), Patrick Stewart (Leodegrance), Liam Neeson (Gawain), Gabriel Byrne (Uther Pendragon), Ciaran Hinds (Lot).
Ricordiamo in particolare una straordinaria Helen Mirren la cui Morgana spicca per distacco sugli altri personaggi e costituisce il motore portante della rottura dell’equilibrio all’interno della storia, grazie all’abilità con cui l’attrice britannica carica il suo personaggio di carisma e magica sensualità.
Anche la performance di Nicol Williams, nei panni di un Merlino druidico e pieno di misticismo antropologico è fondamentale per la riuscita del film.

Nella visione di Boorman la magia di Merlino è profondamente legata agli elementi naturali: se, quindi, le radici romane di Artù e della spada Excalibur vengono completamente ignorate, così non è per le origini celtiche dei britanni, messe in risalto proprio dalla caratterizzazione di Merlino. Il mago, infatti, rappresenta il legame con le radici pagane dei britanni e la sua sparizione costituisce una sorta di passaggio tra il vecchio e il nuovo mondo: la scomparsa del mago e la rinuncia ad Excalibur da parte del re faranno sprofondare il regno in una profonda crisi, con la popolazione di Camelot ridotta alla fame per le carestie e Artù prematuramente fiaccato nello spirito e nel corpo.
Da qui si sviluppa uno degli elementi più interessanti del film, ovvero il legame a doppio filo che intercorre tra Artù, il suo regno e la stessa Excalibur. Spezzata questa connessione viene spezzata la stabilità del regno, che sarà ritrovata solo quando il Graal darà nuova linfa vitale al re, così da consentirgli di riunirsi a Excalibur per l’ultima battaglia contro il figlio Mordred e i cavalieri traditori.
Voto: 4/5
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