1984, 106min.
di Joe Dante
con Zach Galligan, Phoebe Cates, Hoyt Axton, Frances Lee McCain
Recensione di Laura Caviglia
Spoilerometro:

Il decennio ’80-’90 ha rappresentato per Hollywood un periodo in cui la produzione cinematografica pop ha probabilmente raggiunto l’apice in quanto a creatività in relazione a un pubblico identificato fondamentalmente con il nucleo familiare: cult come Indiana Jones, Ritorno al futuro, Ghostbusters, insieme ai primi capolavori di Burton, sono entrati a far parte dell’immaginario collettivo occidentale in modo indelebile. A questo panorama appartiene anche una delle commedie horror più rinomate nella cultura popolare: Gremlins.
Con una sceneggiatura ideata da Chris Colombus, Steven Spielberg come produttore esecutivo e distribuito dalla Warner Bros, nell’anno di uscita Gremlins risultò al quarto posto per incassi negli Stati Uniti. Per la regia Spielberg aveva inizialmente pensato ad un novello Tim Burton, ma successivamente optò per Joe Dante, autore di lungometraggi pseudo-parodistici come Piraña e L’ululato e già affezionato fruitore di pupazzi meccanici ed animatronica.
La trama di Gremlins è ben nota ai più: Rand Peltzer è un simpatico quanto incompetente inventore che, ritrovatosi in un emporio a Chinatown durante il periodo natalizio, acquista un esemplare di mogwai ribattezzato Gizmo come regalo per il figlio Billy. Poche ma importantissime regole stanno alla base dell’accudimento del mogwai: tenerlo lontano dalla luce, tenerlo lontano dall’acqua e non nutrirlo dopo la mezzanotte. Una serie di sfortunate vicissitudini fanno sì che queste regole finiscano con l’essere infrante: Gizmo si riprodurrà in un gruppo di famelici fratelli, tra cui Ciuffo Bianco, i quali riusciranno ad entrare in stadio pupale e a tramutarsi nei Gremlins, scatenando il panico nella tranquilla cittadina di Kingston Falls.


L’orrore di una violenza caotica e sadica, incarnata da queste misteriose creature dall’aspetto diabolico, si contrappone nichilisticamente alle placide atmosfere natalizie pregne di valori occidentali e rilassate dalla bonarietà richiesta dalla tradizione.
Di fronte a una tale rottura anarchica e assassina della trama sociale, nessuno ha maggiori probabilità di sopravvivenza in base al proprio status: si muore sia che si faccia parte dell’upper class sia che si rappresenti l’ultimo degli operai rimasti senza lavoro a seguito di un ingiusto licenziamento.
Durante la loro frenetica scorribanda notturna, in un disordinato diguazzare da un estremo all’altro, i Gremlins offrono al pubblico l’apice del divertimento. Omicidi, alcolismo, tabagismo, gioco d’azzardo e molestie sessuali costituiscono la base della loro essenza. Un’ essenza che è al di là del bene e del male, perché le più banali regole del vivere civile che si collocano alla base della società umana sono totalmente al di fuori della loro natura.


Nell’idea iniziale il film avrebbe dovuto configurarsi come un vero e proprio horror: la madre di Billy sarebbe dovuta essere decapitata dai mostriciattoli e la sua testa rotolare per le scale di un pacifico universo casalingo; il cane sarebbe dovuto finire sbranato dai Gremlins così come svariati esseri umani sorpresi all’interno di un Mc Donalds ̶ umani come carne da fast-food. La sceneggiatura iniziale, tuttavia, venne censurata e modificata per allargarne la fruizione e farne un film per famiglie per come lo conosciamo oggi .
Ad ogni modo, nella sceneggiatura arrivata fino a noi l’orrore è comunque soffusamente presente: c’è una certa disperazione nel tentativo del padre di Billy di riscattarsi socialmente attraverso le sue invenzioni fallimentari; vi è aggressività nel conflitto tra persone appartenenti a classi sociali diverse; vi è tristezza nel bizzarro lutto che ha segnato l’infanzia di Kate. Si avverte, più in generale, il grottesco di un’anonima cittadina americana che si sgretola nelle proprie contraddizioni mentre si cala nell’atmosfera della recita natalizia. Tutti questi elementi vengono proposti all’interno della cornice della commedia sotto forma di ingredienti ribaltati, perfetti per una riuscita ilare che in sordina ci mette di fronte ad alcune verità.
Gremlins, insomma, è un cult da riguardare ancora una volta nell’esaltazione dei valori del Natale.

Voto: 5/5
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