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Ho sentito le sirene cantare – I’ve Heard the Mermaids Singing

1987, 81min.

di Patricia Rozema

con Sheila McCarthy, Paule Baillargeon, Ann-Marie MacDonald


Recensione di Arianna Alessia Armao


Spoilerometro:



Polly è una svampita, insicura, eccentrica donna che vive ai confini della città, in una piccola casa di mattoni foderata da centinaia di suoi scatti fotografici. Metodica, impacciata, eppure istintiva e irriverente, ci accompagna nelle sue fantasie – oniriche, amorose – svelandoci una nicchia intellettuale canadese impegnata a dibattersi tra forma e sostanza.



Gli sfavillanti anni Ottanta vengono assemblati da Patricia Rozema in paesaggi geometrici e luminescenti, tramite tecniche di ripresa variegate e suggestive che ci fanno oscillare tra il quotidiano e l’immaginario di Polly, con la leggerezza davvero necessaria alle riflessioni molto serie. Cosa ci dicono, dunque, queste sirene?



Limitiamoci a quel che vediamo. Polly si perde e si ritrova di continuo, in un gioco di pensieri e peripezie da far sbellicare: ci fa commuovere, ci fa mettere le mani nei capelli; tutto per rivelarci, infine, che la sua vita è più piena e sincera di quella dell’enigmatica ‘Curatrice’ di cui s’infatua terribilmente. Il sipario crolla, in un climax da giallo: l’inganno è tratto, i legami si ricompongono, il vero genio viene a galla.



Che sia una riflessione sulle sofferte imposture dell’arte contemporanea, sulle infinite forme dell’amore, o sulla vita ai margini della società, il film di Rozema ci porta davanti una sfilza di interrogativi essenziali, ribaltando convenzioni e stereotipi, illuminando scenari impossibili.

Comicità e simbolismi s’intrecciano per raccontarci la vita di una persona che si vede piccola, affronta il mondo con umiltà, e non per questo rinuncia agli slanci più appassionati.



Abbandoniamo allora i nostri preconcetti: raggiungere il successo – per quanto sudato – realizzare l’opera perfetta, nulla significa di fronte alla sensibilità, alla delicatezza, alla capacità di inquadrare il reale. Buffissima, Polly, forse macchiettistica – i tratti naturalmente aguzzi di Sheila McCarthy aiutano – ma non per questo poco intensa. Lasciamoci guidare da lei per le strade di Toronto.


 

Voto: 4.5/5

 

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