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La rivincita di Barbara Worth (The Winning of Barbara Worth)

1926, 89min.

di Henry King

con Gary Cooper, Ronald Colman, Vilma Bànky


Recensione di Simone Giuffrida


Spoilerometro



La rivincita di Barbara Worth è un film muto del 1926 diretto da Henry King e prodotto da Samuel Goldwin, conosciuto in Italia anche coi titoli Sabbie ardenti e Fiore del deserto. Il lungometraggio è noto al grande pubblico per essere il primo film in cui Gary Cooper, cowboy per antonomasia, ha una parte di un certo rilievo, cosa che gli consentirà di passare dal ruolo di gregario e stuntman a star di Hollywood



Tutto ha inizio durante una calda tempesta di sabbia quando la carovana dei Worth, clan che vive tra le dune vagando da un'oasi all'altra, trova una neonata rimasta orfana. Il capofamiglia Jefferson decide di prenderla con sé e la chiama Barbara. Con il passare del tempo Abe Lee (Gary Cooper), estroso ingegnere che lavora per la famiglia Worth, si innamora di Barbara, ormai cresciuta, ma ma il contesto in cui vivono non lascia molto spazio ai sentimenti. Infatti l'ambizioso progetto di Abe e del padre adottivo di Barbara è quello di rendere fertile il deserto (da qui ovviamente Fiore nel deserto). Ma per attuarlo bisogna che il vicino fiume Colorado devii il suo corso e non ciò potrà accadere senza una importante somma di denaro. Così entra in scena la famiglia Holmes, con a capo l'ingegnere Willard, arrivato ad Ovest per un progetto di irrigazione di una zona del deserto. I Worth, originali ideatori del piano di bonifica, si mettono in società con i ricchi Holmes, e i lavori iniziano spediti. Ma le intenzioni degli Holmes, presto si scoprirà, non sono proprio genuine. I Worth devono avere a che fare anche con il viscido Greenfield, un uomo senza scrupoli; difatti mentre Jefferson sta portando avanti la costruzione di una cittadina offrendo terra libera e acqua ai coloni, Greenfield specula sopra finendo per provocare il crollo della diga costruita che allaga tutto il paese. Intanto Willard Holmes si invaghisce ben presto di Barbara Worth, creando non poche frizioni con l'ingegnere Abe Lee. Quest’ultimo riuscirà comunque a sposare la ragazza e a costruire una nuova diga, avendo la meglio sia sulla famiglia Holmes che sui Greenfield.



Per l'epoca l'ambientazione western è insolita, praticamente una novità. Avere davanti gli occhi del fruitore i viscerali rapporti che l'uomo ha con la natura lascia piacevolmente sorpresi, soprattutto in questo film dove il vero protagonista è probabilmente il deserto. Un luogo divino, quasi dantesco, splendido e tetro allo stesso tempo.

Nella fotografia domina il campo lungo che dona paesaggi notevoli. I colori di fondo, ocra, rosa e blu, sono effetti di una post produzione; è infatti tutta l'immagine, inizialmente in bianco e nero, ad assumere ogni volta una di queste tre tonalità. Si tratta di sequenze colorate tramite imbibizione, cioè l'immersione di frammenti di pellicola nel colore desiderato. Il criterio segue di norma una determinata logica; il rosso, in questo caso più rosato, viene usato qui nella scena di una sparatoria (scena preannunciata dalla didascalia «Daybreak at devil's canyon»), il giallo, preponderante, è usato sia per le scene in esterno di giorno (come l'ocra del deserto), sia per l'illuminazione artificiale; il blu invece per quelle notturne all'aperto.



La percezione che ogni movimento sia accelerato è data dal fatto che i primi film venivano girati con una frequenza di 16 fotogrammi al secondo, comunque sufficiente a dare l’impressione di un moto perpetuo. L’anno successivo all’uscita di questo film, con l’avvento del sonoro, si passò a 24 fotogrammi al secondo, standard rimasto fino ai nostri giorni.

La sceneggiatura si basa sul romanzo storico omonimo di Harold Bell Wright, pubblicato a Chicago nel 1911: una cronaca della bonifica del deserto e dell'inondazione del fiume Colorado del 1905. È il libro più importante e di maggior successo di Wright; l'eroina del libro, Barbara Worth, divenne un'icona della regione. Barbara Worth era peraltro un'attrice del tempo, selezionata dalla Universal Stock Company con altre tredici donne, per piccole parti. Che Wright abbia voluto omaggiarla chiamando la sua protagonista con lo stesso nome?



Voto 3.5/5

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