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La signora scompare (The Lady Vanishes)

1938; 97 min.

di Alfred Hitchcock

con Michel Redgrave, Margaret Lockwood, Dame May Whitty


Recensione di Francesco Mosca


Spoilerometro:



Un treno in viaggio dall’immaginaria repubblica di Brandika in direzione Londra è costretto a una sosta forzata in uno sperduto villaggio sui Balcani. In un albergo scalcinato del luogo, si incontrano alcuni cittadini inglesi di ritorno in patria: due tifosi di cricket preoccupati di non riuscire a rientrare in tempo per un importante match, una coppia di amanti clandestini guardinghi e intenti a non farsi scoprire, Iris Henderson, una ricca ereditiera inglese di rientro in patria con lo scopo di sposare il suo nobile fidanzato, Gilbert, un musicologo in viaggio per l’Europa per scrivere un libro sulle danze folkloristiche balcaniche e, infine, Miss Froy, una governante e insegnante di musica residente da sei anni a Brandika.

Giunta la notte, il delitto: Miss Froy si trova alla finestra della sua camera ad ascoltare la ballata cantata da un ambulante quando questi viene ucciso non appena terminata la canzone.

Il giorno dopo, alla ripartenza del treno, Iris è vittima di uno strano incidente: un vaso la colpisce sulla testa stordendola e causandole un trauma cranico; Miss Froy, accortasi dell’accaduto, si offre di aiutare la ragazza e di tenerle compagnia. Le due stringono subito un buon rapporto raccontandosi le rispettive storie davanti a una tazza di tè nel vagone ristorante; quando Iris però si addormenta nel suo scompartimento e, al suo risveglio, si accorge che Miss Froy è svanita nel nulla, nessuno sembra averla vista tranne lei. L’unico che a crederle è Gilbert che scopre casualmente una prova che conferma la teoria di Iris.

Da questo momento i due iniziano a cercare Miss Froy, finendo per svelare un complotto che riguarda la sua scomparsa e vede coinvolti molti dei viaggiatori presenti sul treno.



Il film è il penultimo del “periodo inglese” di Hitchcock e, contrariamente al solito, il soggetto e la sceneggiatura non sono stati scritti dal regista in persona. La pellicola, infatti, è l’adattamento del romanzo del 1936 Il mistero della signora scomparsa di Ethel Lina White, punto di partenza per la sceneggiatura di Frank Lauder e Sidney Gilliat che è uno dei principali pregi del film insieme all’ottima costruzione dei personaggi.

Nel lungometraggio sono tuttavia presenti tutte le tematiche fondamentali del cinema di Hitchcock come la verità assurda e inverosimile, l’alienazione, i rapporti di coppia e l’amore, lo spionaggio.



Nella seconda parte del film emerge in aggiunta una forte critica politica e sociale nei confronti del popolo inglese e dei neutralisti; infatti se escludiamo Iris, Gilbert e Miss Froy, gli altri cittadini britannici presenti nel film assumono tratti caratterizzanti piuttosto spregevoli.

La coppia di tifosi di Cricket, ad esempio, sembra non avere altri interessi a parte quello per il loro sport preferito al punto da arrivare a mentire pur di non fermare il treno e rischiare di perdere la loro partita; i due amanti sono possibilmente anche peggio: dapprima mentono per proteggere il loro rapporto clandestino, in seguito la donna della coppia decide di raccontare la verità a Iris salvo ritrattare convinta dall’amante e spaventata dalla possibile esplosione di uno scandalo. Numerosi, infine, i riferimenti al nazismo ed è piuttosto evidente come Hitchcock lo disprezzasse e al pari dei neutralisti (il film uscì nei cinema inglesi nell’ottobre 1938, in seguito al patto di Monaco).

Naturalmente è presente l’immancabile cammeo del maestro che si cela dietro a uno dei viaggiatori della stazione di Londra. Va segnalata inoltre l’esistenza di un remake del film del 1979 diretto da Anthony Page, con Angela Lansbury (avete presente “la signora in giallo”?) nel ruolo di Miss Froy.


 

Voto: 4/5

 



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