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Lo spaccone – (The Hustler)

1961, 134 min.

di Robert Rossen

con Paul Newman, Piper Laurie, George C. Scott, Jackie Gleason


Recensione di Francesco Mosca


Spoilerometro:



Eddie Felson, detto “lo svelto”, è un giocatore di biliardo eccezionale che vive da girovago col socio e finanziatore Charlie. I due passano da una sala da biliardo all’altra, raggirando e sfidando gli avventori in cambio di denaro. Il sogno di Eddie è vincere 10.000 dollari in una sera, sfidando il migliore giocatore d’America, Minnesota Fats.

Racimolato abbastanza denaro, Eddie si presenta alla leggendaria Sala Ames per sfidare Minnesota Fats ma, proprio quando il giovane sta per vincere, l’avversario si ricompone e facendo leva sulla debolezza caratteriale di Eddie riesce ad avere la meglio su di lui. Eddie, ossessionato dalla sconfitta subita, decide di abbandonare Charlie e di rimanere in città per raccogliere i soldi per sfidare nuovamente il suo proverbiale antagonista. Un giorno, tuttavia, al bar della stazione degli autobus incontra Sarah, con cui inizia una relazione e che lo accoglie in casa. L’incontro con la donna finirà col cambiare radicalmente le prospettive di Eddie non solo sul biliardo ma riguardo alla vita stessa.



Per Eddie il biliardo è tutto: è vincere al gioco l’unica cosa che conta, per la gloria ancora più che per i soldi. Consapevole di un talento che lo rende schiavo, Eddie è alla continua ricerca di una consacrazione, una smania che lo porta a spingersi sempre oltre il limite, e che lo mette in condizione di rischiare tutto.

La redenzione, tuttavia, arriva grazie all’incontro con Sarah, figlia di un uomo ricco con cui non ha rapporti, zoppa a causa della poliomielite e aspirante scrittrice con il vizio dell’alcool, ma piena di profonda umanità. Il suo amore per Eddie è sincero al punto da accettare la sua natura e da prendersi cura di lui, anche quando gli vengono spezzati i pollici dopo una partita finita male.

Nonostante l’amore di Sarah, Eddie continua a vivere in uno stato di frustrazione per via dell’impresa incompiuta, e su questa debolezza fa leva il diabolico Bert Gordon, giocatore d’azzardo manager e finanziatore di altri giocatori che propone al giovane un patto faustiano allo scopo di arricchirsi sfruttandone il talento.



L’incontro tra Sarah e Bert diviene simbolo della scissione interna vissuta dallo stesso Eddie, combattuto tra l’amore per la donna e i propri desideri di gloria, incoraggiati da Bert che rivela in un pericoloso crescendo la sua natura spietata.

La contrapposizione tra Bert e Sarah si spinge al limite, e in seguito alle manipolazioni e alle lusinghe di lui, la giovane si toglie la vita, in un gesto che appare logica conseguenza di un sentimento di inadeguatezza e di una paura dell’abbandono. La perdita e il senso di colpa assolvono in Eddie una funzione catartica di rinascita: l’avere perso qualcosa di così importante gli dà una nuova consapevolezza di sé, e ora che il biliardo non è più il fulcro della sua vita può vincere una partita il cui esito ha perso di rilevanza, se non nel ruolo di rivalsa su Bert.



Il film di Rossen è un abile miscuglio di dramma, sport, amore e noir in cui il biliardo diventa metafora della vita, dell’ossessione per il successo e del senso della perdita. Il regista riesce a ricostruire il mondo in chiaroscuro delle sale da biliardo, che fungono da cornice perfetta per la messa in scena di un dramma che in realtà è tutto umano.

La ricostruzione fedele della sale da biliardo è valsa al film un Oscar per la migliore scenografia, oltre a quello per la migliore fotografia a Eugen Schüfftan, noto al pubblico per aver curato gli effetti fotografici del capolavoro di Fritz Lang Metropolis. Questa serie di elementi vincenti fa de Lo Spaccone un vero classico del cinema americano, a tal punto da meritare, nel 1997, l’inserimento nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso.


 

Voto: 4/5

 


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