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Paris, Texas

1984, 147 min.

di Wim Wenders

con Harry Dean Stanton, Nastassja Kinski, Dean Stockwell


Recensione di Simone Giuffrida


Spoilerometro:



Il road movie di Wenders, Palma d'oro a Cannes nel 1984, si apre con un vagabondo in evidente stato di shock che attraversa gli immensi spazi di uno spaesante deserto al confine tra Stati Uniti e Messico. Soccorso in una stazione di servizio sviene e viene accudito da un medico che gli trova nella tasca un indirizzo: appartiene al fratello Walt (Dean Stockwell) che vive a Los Angeles. Ricevuta la chiamata del medico, Walt parte per riportare a casa il frastornato fratello Travis (Harry Dean Stanton), scomparso da 4 anni e chiuso adesso in un assoluto mutismo che non permette allo spettatore di capire quale potesse essere il rapporto umano tra i due fratelli.


Durante il lungo viaggio di ritorno, Travis riesce a dire al fratello solamente che qualche anno prima aveva comprato un lotto di terra a Paris, capoluogo della contea di Lamar nel Texas, dove secondo i racconti della madre sarebbe stato concepito. Arrivati a casa, Travis trova suo figlio Hunter che vive con zia Anne e zio Walt, che lui chiama mamma e papà pur sapendo da sempre che non sono i suoi genitori. Travis scopre che la madre Jane (Natassja Kinski) ha affidato loro il bambino prima di scomparire senza dare più nessuna notizia.



Dopo un'iniziale ritrosia, col tempo il piccolo Hunter si affeziona a Travis che pian piano diviene più disinvolto. Una sera Anne confida a Travis che Jane ogni mese effettua un versamento su un conto corrente a nome di Hunter e che la banca dove avviene l'operazione si trova a Houston. Travis decide di partire, insieme al figlio, alla ricerca della donna, anche se Walt non sembra essere molto d'accordo. Arrivati a Houston i due si appostano davanti alla banca, vedono Jane e la seguono in macchina. Travis scopre che la moglie lavora in un peep show, una sorta di spettacolo erotico in cui le ballerine si esibiscono in strip audaci dentro cabine di vetro attrezzate con uno specchio semiriflettente che impedisce loro di vedere i clienti dall'altra parte; le cabine possono comunicare solamente con un telefono.


Inizialmente l'uomo, dopo aver richiesto un incontro con Jane, rimane in silenzio alla cornetta non facendosi riconoscere, poco dopo invece ritorna nella stanza per parlare con lei e raccontarle la storia di due ragazzi molto innamorati nonostante la differenza d'età.



Dopo qualche anno la vita coniugale dei due protagonisti del racconto è sempre più complicata e l'uomo diventa irascibile, morbosamente geloso, cominciando a bere. Travis racconta di un incendio in una roulotte, mentre sulla faccia di Jane si legge un misto di commozione e tristezza; dopo l'incendio, nel racconto, l'uomo si risveglia senza trovare moglie e figlio e da quel giorno comincia a vagare. Concluso il racconto, Travis se ne va lasciando la cornetta penzolante e Jane in lacrime.


Per riparare al male fatto in passato ai suoi amati, Travis vuole ricongiungere Jane con Hunter, ma si rifiuta di rivedere la donna, e quindi le dice che il figlio la aspetta in una stanza d'albergo, e poi riprende il suo vagare senza meta.


Quando Wenders si trasferì dalla Germania negli Stati Uniti, si avvalse del fido Sam Shepard per scrivere la prima metà della sceneggiatura, convinto che l'ispirazione per la prosecuzione della storia sarebbe venuta sul set a riprese inoltrate. A causa di continui rinvii per la difficoltà nel reperire i fondi necessari per la produzione, Shepard, si ritrovò impegnato a lavorare a un altro film nel momento in cui Paris, Texas raggiunse il punto in cui la sceneggiatura finiva. Così Wenders venne aiutato per alcune scene da Kit Carson, presente perennemente sul set in quanto padre del piccolo Hunter. A sceneggiatura ultimata il regista mandò il tutto a Sam Shepard, che a sua volta dettò per telefono al regista i dialoghi all'interno del peep-show.



Il film è stato girato seguendo l'ordine cronologico della sceneggiatura ad eccezione del filmato Super 8 che ritrae la famiglia anni prima della vicenda narrata, che invece venne girato personalmente da Wenders al termine delle riprese, queste ultime si sono svolte solo in minima parte nella città del titolo e la rappresentano assai diversa da com'è in realtà, tanto da costringere gli abitanti a prendere le distanze dal film e dalla produzione. La colonna sonora – sempre un pallino di Wenders- è diventata un cult nel corso degli anni, grazie alle sonorità di Ry Cooder e della sua inseparabile steel guitar.


Voto 4.5/5

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