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Willow

1988; 126min.

di Ron Howard

con Warwick Davies, Val Kilmer, Joanne Whalley, Patricia Hayes, Jean Marsh


Recensione di Francesco Mosca


Spoilerometro



Pellicola fantasy ideata da George Lucas negli anni ’70, Willow è un piccolo gioiellino che per troppo tempo è stato dimenticato.

Nonostante la sceneggiatura risulti standardizzata e non apporti nulla di nuovo al genere, lo stesso non si può dire per il comparto tecnico, che, al contrario, si rivelò molto innovativo per l’epoca, grazie ad alcuni effetti speciali e all’utilizzo di software primordiali. A distanza di quasi trentacinque anni, è in corso di realizzazione un sequel concepito come serie TV (e visibile su Disney+) che si spera sia in grado di riportare alla ribalta l’ottimo film da cui ha origine troppo a lungo dimenticato.



“Willow” è il nome del protagonista della storia, un nelwyn contadino ed aspirante mago che, suo malgrado, si troverà a vivere un’avventura straordinaria. La vita di Willow, infatti, cambia quando i suoi figli trovano lungo la riva del fiume una cesta contenente una neonata di nome Elora Danan, destinata ad essere imperatrice e per questo braccata dall’esercito della regina Bav Morda. Il ritrovamento della piccola sconvolge la vita del villaggio e dei suoi abitanti a tal punto che lo stesso Willow viene incaricato dal capovillaggio di riportarla tra la sua gente; da questo momento inizia il viaggio avventuroso del protagonista che, con l’aiuto del furfante mercenario Madmartigan e della strega Fin Raziel, compirà la pericolosa missione e riuscirà nel frattempo a coronare il suo sogno di diventare un grande stregone.



Come si evince da questo breve sunto, la sceneggiatura è semplice a tal punto da risultare manieristica, oltre che piena di riferimenti alla Bibbia e ad altre opere fantasy (specialmente quelle di Tolkien): la cesta con la bambina predestinata è un’evidente citazione della storia di Mosè, mentre il piccolo popolo dei nelwyn ricorda chiaramente gli hobbit tolkieniani, solo per citare alcune tra le più evidenti. Nonostante questo, la pellicola è assolutamente godibile, non ha alcuna pretesa se non quella di intrattenere e riesce ad emozionare e divertire allo stesso tempo. Diverso è il discorso per quanto riguarda gli effetti visivi che, per l’epoca, costituirono una vera e propria innovazione, al punto da essere poi utilizzati in film del calibro di Indiana Jones e l'ultima crociata, Terminator 2 - Il giorno del giudizio e Rotta verso l'ignoto. Nonostante su alcuni siti specializzati il film venga segnalato come appartenente al genere dark fantasy, in realtà gli elementi “dark” della pellicola sono pochi; e, anzi, nel film sono presenti numerose forme e personaggi comici che, di fatto, lo rendono un contenuto adatto atutta la famiglia in perfetto stile anni ’80. Tra le altre cose, i toni dark sono stemperati dalla presenza dei due simpatici folletti Rool e Franjean, dalla storia d’amore tra Sorsha (la figlia di Bav Morda che tradirà la madre e si schiererà dalla parte degli eroi) e Madmartigan, scanzonato furfante mercenario ben interpretato da Val Kilmer, e dai dialoghi tra lo stesso Madmartigan e Willow.



Menzione speciale per la splendida colonna sonora composta da James Horner che accompagna lo spettatore nel viaggio di Willow e dei suoi compagni. Il risultato è un fantasy per tutta la famiglia che fa ridere, emozionare e divertire lo spettatore anche a distanza di tanti anni dalla produzione regalandogli un intrattenimento allo stesso tempo godibile e semplice.


Voto: 3.5/5

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