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Wild


2014, 115 minuti

di Jean-Marc Vallée

con Reese Whiterspoon, Laura Dern, Gaby Hoffman


Recensione di Francesco Mosca


Spoilerometro:



Alcuni temi sono stati sdoganati e sviluppati un numero infinito di volte, al cinema come in letteratura. Senza dubbio, tra questi, va annoverato quello del viaggio, che funge da premessa alla base del film di Jean-Marc Vellée.

Wild racconta la storia vera di Cheryl Strayed, giovane di umili origini e dalla vita dura ma semplice che entra in crisi in seguito alla prematura scomparsa della madre. Questo avvenimento sconvolge completamente la ragazza che inizia ad abusare di eroina e a tradire ripetutamente il marito Paul, dal quale finirà per divorziare. Da questo momento inizia il viaggio, interiore e non, di Cheryl che si mette in viaggio zaino in spalla alla ricerca di sé stessa.

Fino a qui niente di nuovo in apparenza; il film segue i passi lungo il cammino di Cheryl alternando flashback del suo passato ai momenti, più o meno difficili, del suo viaggio.



Inizialmente impacciata e insicura, la protagonista acquisisce visivamente più forza man mano che il suo percorso si compie, acquisendo esperienza ad ogni chilometro percorso e scaricando i fantasmi del proprio passato, fino a giungere al traguardo come una persona nuova, più forte e consapevole che può finalmente prendersi cura di sé. Per Vallée è, dunque, il viaggio stesso a fungere da taumaturgo, a guarire la protagonista da sé stessa, così come dimostra la scarsa importanza attribuita a quanto accade dopo. La scelta del regista è infatti quella di raccontare ma non mostrare ciò che si verifica una volta compiuto il cammino, proprio perché simbolicamente la fine di quel percorso rappresenta una rinascita da cui si diramano possibilità infinite.

Sebbene la trama ed i presupposti risultino abbastanza scontati il film è pieno di spunti interessanti. Non è mai melenso o stucchevole, anzi in alcuni frammenti offre allo spettatore una certa “brutalità” (la scena di sesso nel vicolo, la morte della madre, l’abbattimento dell’amato e malandato cavallo), e poggia performance di Reese Whiterspoon e Laura Dern che si confermano due gigantesse del cinema, così come la spettacolare scenografia del Pacific Cost Trail e la colonna sonora che annovera, tra gli altri, brani di Simon & Garfunkel, Leonard Cohen e Jerry Garcia.

Forse Wild non riesce a mantenere molte delle sue premesse, ma è piacevole e scorrevole, perfetto per passare un paio d’ore con un buon filmcapace di offrire argomenti intelligenti e accattivanti, specialmente se confrontato con i suoi “fratelli maggiori”: Into the Wild (Sean Penn 2007) e Nomadland (2021 Chloe Zhao).


 

Voto: 3/5

 

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