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Alien



1979, 117min

di Ridley Scott

Con Sigourney Weaver, Tom Skerritt, John Hurt


Recensione di Cristiano Lo Presti


Spoilerometro:




Probabilmente se questo film uscisse oggi durerebbe almeno mezz’ora in più.

Minutaggio aggiuntivo di cui, com’è evidente, non ci sarebbe alcun bisogno. Ci mostrerebbe la protagonista a casa sua prima della partenza. Anzi… Prima ci mostrerebbe la corsa ad ostacoli che la porterà finalmente ad entrare nell’equipaggio (ostacoli, chiaramente, dovuti al patriarcato). Invece Ridley Scott fa una cosa diversa, dimostrando che il fatto che duri molto non implica che sia migliore. Un film, dico.


Alien si apre facendoci fare un giro turistico della nave da trasporto Nostromo, al cui interno un equipaggio formato da sette persone (cinque uomini e due donne) si trova in ipersonno (tipo me alle nove di mattina). Quando il computer di bordo riceve una richiesta di aiuto risveglia gli occupanti della nave, affinché questi indaghino sull’accaduto. Non aggiungo molto altro, ché se ancora non l’avete visto perché rovinarvi la visione? Posso dirvi che nel film c’è un alieno e pure un gatto, e che la roba che si mangia sulla Nostromo fa venire il mal di pancia. Il film di Ridley Scott si distingue dai film di fantascienza visti fino ad allora sotto moltissimi punti di vista, a cominciare dall’astronave che anziché ricalcare l’immagine pulita e

accogliente dell’Enterprise di Star Trek ci mostra un luogo angusto, sporco, claustrofobico, probabilmente per rappresentare quel senso di claustrofobia di cui è pregna l’intera pellicola.

Potremmo dire, come piace fare a quelli che scrivono le recensioni vere, che la Nostromo è di

fatto uno dei personaggi protagonisti di Alien, con una personalità ben definita.



Un altro elemento degno di nota, ma che dico… iconico, è lo Xenomorfo, disegnato da Hans Ruedi Giger e portato in vita da Carlo Rambaldi (entrambi vinceranno l’oscar per gli effetti speciali nel 1980). La grandezza di Ridley Scott sta nel mostrarcelo poco o niente. La sua presenza è nell’aria, appena percepita o semplicemente temuta, per gran parte del film, mantenendo alto il livello della tensione (e dell’ansia). Ogni personaggio in questo film ha una caratterizzazione ben precisa e delineata grazie a poche scene ambientate in uno spazio comunque. La protagonista effettiva del film (o almeno quella che è passata alla storia) è defilata, è solo un membro dell’equipaggio, e come tale viene mostrata. Mai troppo in primo piano. È con il procedere della storia, con una dinamica da film Slasher (vedi Halloween di John Carpenter , Venerdì 13 di Sean S. Cunningham o Nightmare di Wes Craven), che Ripley, una Final Girl nello spazio profondo, diventa effettivamente la protagonista. Dinamica da film Slasher intenzionale, del resto, dal momento che Ridley Scott era deciso a fare più un horror che un film fantasy in stile Star Wars, definendolo una sorta di Non aprite quella porta fantascientifico.

Alien ci offre una protagonista forte e sfaccettata, realisticamente imperfetta e quanto mai lontana dallo stereotipo della donzelletta in pericolo , e tramite il microcosmo presente sulla nave ci offre uno sguardo preciso della società in cui viviamo. Una società maschilista in cui la donna è soggetta a continui atteggiamenti paternalistici atti a sminuirla, Ellen Ripley è probabilmente l’eroina per eccellenza; assoggettata, zittita, inascoltata, nonostante dimostri buon senso e competenza quasi ogni altro membro dell’equipaggio le manca di rispetto in più

occasioni, ma lei è cocciuta e va avanti con grinta, stando un passo avanti agli altri. In conclusione, se penso che Ridley Scott in cinque anni ha girato I Duellanti, Alien e Blade Runner (si legge tre capolavori) rimango basito (f4).



 

Voto 5/5

 

1 Comment


Massimiliano Bellavia
Massimiliano Bellavia
Sep 14, 2021

Ripley simbolo della lotta per l'emancipazione femminile. Filmone, assolutamente 5/5.

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