1989, 118min.
Di Steven Spielberg
Con Richard Dreyfuss, Holly Hunter, John Goodman
Recensione di Cristiano Lo Presti
Spoilerometro:

Film del 1989 diretto da Steven Spielberg, è il remake di Joe il pilota (1943, di Victor Fleming) nonché l’ultimo film interpretato da Audrey Hepburn.
La storia è quella di un pilota dell'aviazione antincendi che dopo il decesso a causa di un incidente sul lavoro torna sotto forma di angelo per aiutare la propria amata ad affrontare il lutto.

Farò spoiler, così che non siate costretti a vederlo e anzi siate invogliati a non farlo.
Spielberg, com'è normale che sia, ha fatto film più riusciti e film meno riusciti. Belli, brutti e così così. È naturale, ha fatto decine di film, ci sta. La guerra dei mondi, per esempio, era piuttosto brutto, ma in un modo "ordinario", un livello di bruttezza che accetti insomma.
Ecco, questo film invece è di una bruttezza incomprensibile. Non te lo spieghi proprio come sia possibile che il regista americano se ne sia uscito con un'immondizia simile. Da non crederci. E sia chiaro che nella bozza della recensione usavo termini differenti rispetto a “bruttezza” e “immondizia”, e tendenzialmente iniziavano con la M.
È un film melenso, scontato, con una brutta trama (che uno dice «va beh, ma è un remake».
Peggio! Perché sapeva già quanto fosse brutta la storia), prevedibile in ogni singolo passaggio.
Anzi ci sono cose prevedibili con larghissimo anticipo. Ad esempio chi sarà l'uomo di cui si innamorerà il personaggio di Holly Hunter dopo la morte del personaggio di Richard Dreyfuss, e qui la colpa è totalmente di Spielberg che ben prima del dovuto ti piazza alcuni primi piani su un personaggio random, facendoti capire con un preavviso di tre quarti d’ora che sto tizio avrà un ruolo chiave.

Te lo mostra all'inizio del film, poi sparisce e poi diventa centrale dopo il primo punto di snodo. E tu dici «ma guarda... guarda caso dovrà guardare le spalle a QUEL ragazzo, che guarda caso incontra QUELLA donna. Sono stupefatto, non l'avrei mai detto». La storia di per sé è bruttina, ma così, Steven caro, la ammazzi definitivamente.
La scena finale, in tal senso, è emblematica. Degna di un film per la tv di terza categoria, di quelle che trasmettono nel primo pomeriggio su Rete 4 per i vecchi. Orribile, davvero orribile.
Ora, questo non scalfisce l’importanza di Steven Spielberg, talvolta la grandezza, che come regista ci ha consegnato film come Lo Squalo, E.T., Incontri ravvicinati del terzo tipo, la trilogia di Indiana Jones (ah già… c’è anche quell’altro), Hook, Jurassic Park, Prova a prendermi e come produttore film come i Goonies, la trilogia di Ritorno al futuro, Gremlins, Men in black… però io proprio non lo capisco che problemi avesse nel 1989, ma in fondo lo possiamo perdonare. Insomma, non è come se avesse diretto Il Grande Gigante Gentile. Ah, no!
Voto: 0.5/5
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