2021, 139min.
di Adam McKay
con Leonardo DiCaprio, Jennifer Lawrence, Meryl Streep, Cate Blachett, Timothée Chalamet
Recensione di Valentina Corona
Spoilerometro:

Immaginate che una catastrofe letale stia per abbattersi sul pianeta Terra. Immaginate che la scienza sia in grado di annunciarne la comparsa in tempo utile da consentire al genere umano di trovare una soluzione. Immaginate, infine, che il capo di governo del paese più potente al mondo sia stato messo al corrente del pericolo e che la tecnologia sia giunta a un livello di progresso tale da fornire un mezzo di salvezza. Riuscirebbe l’umanità a salvarsi dalla distruzione?
Questa l’idea tratta da «fatti realmente possibili» – così la locandina ufficiale del film – che sta alla base di Don’t Look Up, ultimo lungometraggio a marchio Netflix scritto e diretto da Adam McKay, regista e produttore statunitense avvezzo a suscitare risate amare. La storia è ambientata nell’America dei nostri giorni: la dottoranda in astronomia Kate Dibiasky (Jennifer Lawrence) scopre l’esistenza di una cometa dal diametro di 10 km; il suo professore Randall Mindy (Leonardo DiCaprio) si rende conto che la cometa punta dritto sulla Terra; i due allertano la presidente degli Stati Uniti (un’insolita Meryl Streep), che, in compagnia del figlio Capo di Gabinetto della Casa Bianca, non sembra particolarmente scossa dall’accaduto. Dibiasky e Mindy finiranno col diventare Cassandre di sventura, urlando nei talk show più popolari d’America che il mondo finirà nell’arco di sei mesi senza essere creduti.


Sono molti i modi in cui lo spettatore potrà approcciarsi alla visione di Don’t Look Up, e la campana suonerà tanto più forte quanto più questi sia immerso nell’attualità del discorso politico: qualcuno si godrà un disaster movie insolitamente poco tragico, qualcuno apprezzerà le battute ben congeniate di un film comico dal cast stellare, qualcun altro coglierà generici riferimenti satirici all’Occidente contemporaneo – le miserie della politica, l’influenza dei social network sul mondo dell’informazione, la debolezza delle ideologie, le tenaglie imposte dal liberismo economico –, qualcuno (nonostante il progetto di McKay sia stato annunciato pubblicamente nel novembre 2019 e cioè in tempi non sospetti) vi vedrà riferimenti all’emergenza pandemica in corso.
Don’t Look Up, tuttavia, parla inequivocabilmente di crisi climatica, e lo spiega lo stesso DiCaprio, notoriamente prestato alle battaglie ambientaliste, in un video diffuso sui canali social di Netflix (https://www.youtube.com/watch?v=sm2u3knkntw). Dibiasky e Mindy, quindi, altro non sono che la rappresentazione delle schiere di scienziati che da decenni ci avvertono che il cambiamento climatico renderà impossibile la vita dell’uomo sulla Terra, portatori di un messaggio continuamente ridicolizzato da media e social network, in un mondo dominato dal delirio di onnipotenza degli esseri umani che lo abitano e dalla totale noncuranza dei loro governanti.


Alla luce della metafora, si capisce perché la catastrofe messa in scena da McKay risulti in qualche misura eccessiva; è impossibile non notare che dialoghi, personaggi e situazioni appaiono talvolta più che grotteschi, tirati all’estremo, così irreali da risultare quasi fastidiosi.
È proprio qui, però, che risiede la genialità della trovata di McKay, potenza intrinseca di tutte le metafore: lo spettatore di Don’t Look Up, chiunque egli sia (non si salva nessuno) è posto in modo dissacrante davanti alla sua immagine e all’insensatezza dei propri comportamenti, tutt’altro che irreali, e nel momento in cui dà dello stupido a una delle figure che popolano il film non fa altro che darlo a se stesso. Era proprio necessario affrontare un tema funesto come la mancata gestione del cambiamento climatico con l’arma del black humour? Alla luce del fatto che dati e documentari non sembrano avere sortito alcun effetto sulle masse, la risposta non può che essere di sì. Principale nota dolente del film: il riferimento al cambiamento climatico è per lo più incomprensibile al grande pubblico che non abbia fruito di materiale esplicativo.
Voto: 3.5/5
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