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Firestarter

2022, 168min.

di Keith Thomas Brown

con Zack Efron, Ryan Kiera Armstrong, Gloria Reuben, Sydney Lemmon


Recensione di Francesco Mosca


Spoilerometro:



La scelta di adattare le opere di Stephen King per il cinema e la TV è quasi sempre tanto rischiosa quanto complessa: le trasposizioni delle opere del “maestro del brivido”, infatti, sono innumerevoli al pari della sua sterminata bibliografia. Spesso, però, i risultati non sono all’altezza delle opere letterarie di cui si propone una trasposizione; l’ultimo di questi adattamenti, in ordine cronologico, è Firestarter di Keith Thomas Brown.

Firestarer, tradotto in italia con il titolo L’Incendiaria, è il romanzo di King del 1980 che segue da vicino la storia della piccola Charlie, una bambina dotata dei poteri straordinari della telecinesi, del controllo mentale e della pirocinesi, raccontando della sua vita in compagnia del padre perennemente in fuga da uno spietato cacciatore di individui paranormali che li bracca per conto di un’agenzia governativa che vuole studiare la piccola Charlie.



La trama del lungometraggio non si discosta troppo dall’ originale, se non fosse che gli sceneggiatori, probabilmente per esigenze di minutaggio, ne hanno stravolto la struttura narrativa allo scopo di adattare meglio l’opera al grande schermo – tentativo miseramente fallito. Se nel romanzo, infatti, sono presenti numerosi flashback che rivelano poco alla volta importanti dettagli del passato e della personalità dei protagonisti, nell’adattamento cinematografico i salti nel passato vengono proposti in ordine cronologico sequenziale, così da costruire la trama in modo lineare ed eliminando, di fatto, molte delle sorprese riservate al lettore del romanzo.

Nel film, inoltre, scompare letteralmente tutta la parte centrale, cosicché i personaggi, in particolare Charlie, vengono privati di un percorso di consapevolezza e crescita fondamentale per lo sviluppo del finale del romanzo, alterato in modo inspiegabile e senza senso.



Al di là di questi innegabili difetti, il film ha anche alcuni elementi positivi. La prima parte, ad esempio, è decisamente più interessante della seconda, maggiormente avvincente e capace di coinvolgere lo spettatore, prima di un finale che, più che per un prodotto cinematografico, sembra pensato per le vecchie serie televisive degli anni ’80 e ’90. La recitazione è buona ma tutt’altro che straordinaria: Zack Efron se la cava discretamente ma non impressiona; meglio, invece, la piccola Ryan Kiera Armstrong nel ruolo di Charlie, per quanto la scrittura non renda per niente giustizia al suo personaggio. Unico elemento totalmente positivo del film sono le musiche, che, composte dal maestro John Carpenter, sembrano uscite direttamente da un horror degli anni ‘70 e sono capaci di creare l’atmosfera giusta e di tenere lo spettatore avvinghiato alla poltrona.



È un peccato che si sia sprecato un soggetto così promettente e di qualità per realizzare un adattamento tanto mediocre, cosa che sembra essere un destino comune a molte delle opere del maestro Stephen King. Ad ogni modo, per coloro che volessero guardare godere di un adattamento più fedele e maggiormente valido, si rimanda al primo lungometraggio tratto dal romanzo, targato 1984 e intitolato in Italia Fenomeni paranormali incontrollabili con Drew Berrymore, nel ruolo di Charlie sulla scia del successo di E.T. – L’extraterrestre.


 

Voto: 2/5

 

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