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Howard e il destino del mondo (Howard the duck)

1986, 111min.

di Willard Huyck

con Lea Thompson, Jeffrey Jones, Tim Robbins


Recensione di Cristiano Lo Presti


Spoilerometro:



Il primo vero film per il cinema tratto da un fumetto Marvel ha avuto per protagonista un nano con una maschera da papero, e per qualche ragione a me incomprensibile è stato un flop al botteghino.

Il film si apre con Howard che mentre è seduto in poltrona, apparentemente senza motivo, viene teletrasportato dal proprio pianeta (in tutto e per tutto uguale al nostro, solo che la specie dominante sono i paperi) in un vicolo di Cleveland, dove incontra la musicista Beverly (Leah Thompson di Ritorno al futuro), che lo aiuterà a capire perché si trova lì.

Nel fumetto Beverly è una modella pornografica. Mi sembrava importante da dire.

La scena in cui Howard viene trasportato sulla terra somiglia moltissimo a quella di Avengers: Infinity War in cui Hulk viene trasportato dalla nave degli Asgardiani al Sancta Santorum di New York. Mi piace pensare che sia un omaggio.



Mettendo un attimo da parte il mio folle amore per la pellicola, è piuttosto evidente che Howard e il destino del mondo non avesse grosse possibilità di successo, considerando che il protagonista è un nano dentro un inespressivo pupazzo da papero che a causa dei limiti dell’epoca (oggi verrebbe creato in cgi, come visto in Guardiani della galassia vol. 2) fatica davvero troppo a risultare credibile. ma questo dovrebbe valere anche per Labyrinth o altre pellicole fantasy dell’epoca.

Anche gli effetti visivi, visti oggi, risultano fin troppo acerbi, ma forse questi sono alcuni degli elementi che me lo rendono affascinante, che me lo fanno amare. Se c’è un solo rammarico è che non abbiano reso il personaggio più fedele ai fumetti e dunque più sboccato e scorretto. A quest’ora staremmo parlando, forse, di un capolavoro. Ma noi ci accontentiamo di riguardarlo e ridere, di lui o con lui poco importa, l’importante è che continui a farci stare bene.



Nei panni del villain troviamo Jeffrey Jones (Beetlejuice, Una pazza giornata di vacanza) che interpreta uno scienziato posseduto da un alieno che intende riattivare lo spettroscopio responsabile dell’arrivo di Howard per far giungere sulla terra altri “occulti” come lui e boh… conquistare il mondo!!!

Tutto abbastanza insensato. L’antagonista stesso risulta più comico che temibile, con l’orrido make up che lo rende via via più mostruoso. Eppure io, che evidentemente ho un disturbo di qualche tipo, lo trovo esilarante e trovo perfetto Jeffrey Jones nel ruolo, come lo è in Una pazza giornata di vacanza di John Hughes.

Lea Thompson nei panni di Beverly, un’aspirante rock star, è credibile come Mino Reitano che fa la cover di Basket Case dei Green Day, eppure per qualche ragione lo trovo un ruolo memorabile. Cioè… davvero stai flirtando con un papero parlante? Ma che uomini hai incontrato sinora? Mario Giordano?

Credo anche che tutto sommato il film dia un’immagine abbastanza positiva di questa protagonista libera e indipendente, forte eppure dolce, amante dei paperi. Non a caso è il personaggio più sensato dell’intera pellicola. Lei. Che fa le capriole a letto con un papero di gommapiuma. Tim Robbins rasenta la demenza.



Ricapitolando. Il film è stato un clamoroso flop al botteghino, vincitore di quattro Razzie Awards su sette a cui era candidato, è considerato uno dei peggiori film mai realizzati, ha per protagonista un papero inespressivo a cui più che la sospensione dell’incredulità servirebbe un blackout neuronale per funzionare, eppure io dico che è un quasi capolavoro da recuperare assolutamente. Ma se pensate che i cinecomic debbano essere adulti, seri, cupi, così potete sentirvi intelligenti mentre guardate un riccone che si veste da pipistrello per combattere il crimine, potete sempre guardare i film di Nolan e credere di essere addirittura persone sveglie. Io preferisco una stupidata conclamata a un’idiozia travestita da cinema serio.


 

Voto: 4/5

 

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