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Nightmare Before Christmas (Tim Burton's The Nightmare Before Christmas)

1993, 76min

Di Henry Selick

Con Chris Sarandon, Danny Elfman, Catherine O’Hara


Recensione di Cristiano Lo Presti


Spoilerometro:



«Cos’è?» è esattamente quello che ho pensato con stupore e meraviglia quando ho visto per la prima volta Nightmare Before Christmas in videocassetta. Non avevo mai visto nulla di simile.

Le atmosfere, i colori, l’animazione, i personaggi, la storia… era tutto bellissimo. È stato come entrare in un mondo nuovo, davvero nuovo, e meraviglioso.

Ricordo che mi trovavo a casa dei miei zii e che entrato in camera di mia cugina per salutarla vidi sullo schermo la scena in cui Jack Skeleton si ritrova per la prima volta in mezzo alla neve.

Provavo il suo stesso stupore, la stessa meraviglia. Quell’atmosfera mi rimase scolpita nella mente e, tempo dopo, una volta trovata la videocassetta in videoteca (chi non sa cosa siano le cerchi su Google) l’ho vista e rivista tanto da consumarla. Era la cosa più bella che avessi mai visto, ed effettivamente sono ancora convinto che sia il più bel film d’animazione mai realizzato, anche perché non assomiglia a nient’altro (che conosca, almeno), è unico e (forse) irripetibile. Più di un classico, un’opera d’arte.



Il film è tratto da una storia di Tim Burton, qui anche in veste di produttore. Ma a dispetto di quanto ho creduto per molto anni (e non solo io) diretto da Henry Selick, perché Burton nel frattempo era impegnato a girare quell’altro capolavoro che è Batman Returns, a mio avviso ancora il miglior film mai fatto sull’uomo pipistrello, per non parlare del fatto che essendo Nightmare Before Christmas girato in slow motion, la realizzazione è stata molto lenta, e il già regista di Beetlejuice ed Edward Mani di forbice non voleva, comprensibilmente, averci a che fare direttamente.


La storia racconta di Jack Skeleton, re delle zucche della città di Halloween, che durante una passeggiata notturna si ritrova catapultato nella città del Natale. Stanco della solita routine, dunque, cercherà di importare questa nuova festa nel suo mondo.

Ho sempre trovato molto interessante la storia di Jack, che a suo modo è una storia anti- tradizionalista di autodeterminazione ed emancipazione dai propri limiti culturali, la sua volontà di gettare un ponte tra due culture differenti, di mescolarle.

Cosa dire poi delle musiche? Danny Elfman era probabilmente al suo apice, ed è rimasto indissolubilmente legato all’immaginario burtoniano a cavallo tra gli anni ’80 e ’90. La versione originale di “Sally’s Song”, interpretata dalla voce esile di Catherine O’Hara, riesce ancora a darmi i brividi, con la capacità che ha di descrivere la malinconia di questo personaggio meraviglioso, sognante e triste. In una parola innamorato.



Noi italiani abbiamo avuto la fortuna di avere uno dei rari casi di utilizzo ben riuscito di un “talent” in voce (i doppiatori non professionisti che generalmente vengono scelti per avere una maggiore presa sul pubblico) realmente in grado di lasciare il segno con Renato Zero, che interpreta Jack, perfettamente in grado di riportare tutte le sfumature di un personaggio complesso, perennemente combattuto tra l’essere il leader carismatico che i propri concittadini vedono in lui, e l’individuo insoddisfatto, mai pago, che rifiuta di accontentarsi di ciò che ha.


Nightmare before Christmas è un film che nonostante il passare del tempo riesce ancora a trasportare in un mondo immaginario e farci provare la stessa meraviglia di quand’eravamo bambini, come solo i veri capolavori sono in grado di fare.


 

Voto: 5/5

 



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