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Respiro

2002, 95min.

di Emanuele Crialese

con Valeria Golino, Vincenzo Amato, Francesco Casisa


Recensione di Arianna Alessia Armao


Spoilerometro:



Lampedusa. O è un’isola immaginifica? Una terra minuta eppure vasta, mangiata dal mare e liberata dal vento, lontana miglia da qualsiasi altra terra.

Siciliana, sicuramente – lo si evince dalla calata – l’isola s’impone allo sguardo sulle note di un fiato sommerso [1] , facendo la sua comparsa tutta mattoni bianchi e terra gialla [2] .



Tipiche bande di monelli simulano, in un moto animalesco, le tensioni del paese. Una realtà gretta, arcaica: un micromondo i cui confini si stringono su Grazia sino a cacciarla sull’acqua, rifugiata tra gli scogli. Grazia che dell’isola incarna i tratti scomposti, gli umori più intensi, gli aspetti devianti.


Un’isola, si diceva, remota e sanguigna, persino violenta, che al contempo sa rivelarsi vasta e liberatoria, terra di ribellione ai tracciati del continente. È la complicità ardente tra Grazia e il figlio maggiore a redimere l’amato marito dai cattivi propositi, così come la ridente spontaneità del piccolo Filippo o le silenti ribellioni della primogenita.


La prossimità affettiva e carnale vince sullo spettro della “cura”, non senza il bisogno di una morte apparente, di un lutto partecipato: di fronte l’assenza la ricerca – una marcia subacquea sancisce uno dei momenti di maggior tensione drammatica – di fronte il ritiro, la condivisione. I fuochi religiosi finiscono dunque per specchiarsi nell’acqua: acqua che bagna, libera e cura, acqua che nel momento topico accoglie la sua comunità piccola eppure grande – un mare di piedi che abbracciano la dispersa – abbandonando ogni falsa pretesa di guarigione (farmaci o cliniche per ammansire uno spirito perturbante [3] ).

Non sarà, forse, una salvezza definitiva, ma di sicuro non ci troviamo di fronte una resa alle prescrizioni della buona creanza.



Crialese di vent’anni fa – tondi tondi, peraltro [4] – in Respiro infila un film che non è un nostalgico riferimento alle comunità isolane, ma una riflessione – politica, oltre che romantica – sulla psiche, sulla condizione femminile, su vecchie società che forse possono rivelarsi più abili di noi, mostri urbani, nel ritrovarsi. E, segnatamente, nello scompaginare ogni norma sociale.



Voto: 4.5/5



[1] Incredibile colonna sonora pubblicata poi in un unico pezzo dall’autore, John Surman


[2] Incipit roccioso che ritroveremo, in una declinazione montana, in Nuovomondo, corposo film dai buoni risultati.


[3] Rispolveriamo un po’ di agghiaccianti riflessioni su farmaci e patriarcato


[4 ] Anno, questo, non solo di ricorrenza per Respiro, ma anche di uscita de L’immensità, memoriale su cui Crialese indugia forse eccessivamente, sino a perdere la sua cifra simbolista e il contatto con la sala.





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