1996, 88min.
Di Joe Pytka
Con Michael Jordan, Wayne Knight, Bill Murray
Recensione di Cristiano Lo Presti
Spoilerometro:

Per salvarsi dalle grinfie di un malvagio alieno intenzionato a rapirli per dare nuova linfa al proprio luna park spaziale, i Looney Tunes sfidano i suoi scagnozzi ad una partita di basket. Per assicurarsi la vittoria, a loro volta, rapiscono Michael Jordan, considerato il miglior giocatore vivente di pallacanestro.
Quando è uscito Space Jam andavo circa in quarta elementare. Si ascoltavano gli Articolo 31, ci piaceva la pubblicità della Ceres, si sognava Erika Eleniak di Baywatch (io, gli altri sognavano Pamela Anderson).
Michael Jordan era un mito, conosciuto anche da chi come me di basket non ne sapeva nulla e non conosceva altra squadra oltre i Chicago Bulls.
Da piccolo adoravo Bugs Bunny. Mi piacevano i cartoni dei Looney Tunes in generale, ma Bugs Bunny più di chiunque altro. Furbo, scaltro, perennemente in good vibes (direbbe Ghali).
L’amico che chiunque avrebbe voluto.

Chi come me è nato tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, essendo cresciuto con il capolavoro di Zemeckis Chi ha incastrato Roger Rabbit, in cui attori in carne ed ossa e cartoni animati interagivano con un amalgama che definirei avanguardistico per quanto animazione e live action legassero bene insieme, non poteva che impazzire di gioia all’idea di un nuovo film a tecnica mista con protagonista il personaggio del momento insieme ai Looney Tunes.
In breve, lo abbiamo amato follemente. Un instant classic, si direbbe. O almeno noi lo percepivamo così...
C’è tutta via una differenza abissale tra il classico di Zemeckis e Space Jam.
Se il primo è essenzialmente un noir puro con momenti di tensione che i film della Marvel si sognano, un villain che ha realmente terrorizzato una generazione, e una fusione perfetta tra live action e animazione capace di farlo invecchiare benissimo e fargli conservare ancora oggi il suo fascino, Space Jam al contrario rivisto oggi soffre moltissimo il passare del tempo. Vuoi per una trama molto esile, che da bambini ci andava benissimo ma oggi mostra tutti i suoi limiti, vuoi perché stranamente, pur essendo realizzato ben 8 anni dopo Chi ha incastrato Roger Rabbit, gli attori in carne ed ossa e i cartoni animati legano poco e male, lasciando così un effetto piuttosto straniante negli occhi ormai cresciuti dello spettatore, o almeno i miei.
La recitazione, poi, è un disastro totale. Michael Jordan, poverino, non può fare di più, quindi si limita a fare facce basite e ridere. Il resto della sua performance è degna delle peggiori pubblicità con Bobo Vieri che ti invita a rasarti come un bomber. Bill Murray gigioneggia come sempre, con l’aria di chi è lì per fare un favore, ma non aveva promesso di portarsi appresso la convinzione. Il caratterista Wayne Knight (Basic Instinct, Jurassic Park) è l’unico che pare voler portare a casa la pagnotta, ma poverino a tratti sembra non sapere bene cosa fare, con chi interagire, persino dove guardare. L’effetto generale è più quello di una puntata speciale dei Looney Toones che quello di un film vero e proprio, per quanto per bambini.

Certo, non nego che possa funzionare, per qualcuno, per un effetto nostalgia, ma non ha la caratura del film immortale di cui t’innamori da bambino e che anche da adulto, vuoi per il legame affettivo, rivedi sempre con piacere (chessò… The Mask). Rivederlo per me è stato, oltre che piuttosto noioso, anche una piccola doccia fredda (come quando scopri che la sigla di Heidi dice «il tuo nido è sui monti» e The Mask dice «sfumeggiante»).
Se rivedere I Goonies o la tripletta di Jim Carrey del 1994 mi fa ancora ritornare un po’ bambino, rivedere Space Jam mi ha ricordato che non lo sono più, che sono passati un sacco di anni e, come diceva John Lennon, «the dream is over».
Questo film è invecchiato peggio di me.
Voto: 2.5/5
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