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Tutti tranne te (Anyone But You)

2023, 103min.

di Will Gluck

con Sydney Sweeney, Glen Powell, Alexandra Shipp


Recensione di Giovanni Comazzetto


Spoilerometro:




Il film richiama consapevolmente due modelli: da una parte il classico di Shakespeare Much Ado About Nothing, del quale riprende (solo in parte, e con molte libertà) la linea diegetica; dall’altra la tradizione americana della screwball comedy, che ispira un certo umorismo farsesco e alcuni elementi quasi slapstick della trama. Il discorso cinematografico sull’amore sembra talvolta aver finito le idee; questo spiega il frequente ricorso all’opera shakespeariana, che non solo appare come una fonte inesauribile di variazioni sul tema, ma risulta tuttora una delle più ironiche e sferzanti trattazioni della fenomenologia dell’amore.





Bea, studentessa di legge, conosce Ben, un giovane broker: l’attrazione è immediata, ma il primo, riuscito appuntamento si chiude con un malinteso che li allontana in via (apparentemente) definitiva. I due sono però costretti a rivedersi dopo qualche mese in Australia in occasione del matrimonio tra la sorella di lei, Halle, e un’amica di lui, Claudia. Preoccupati che i loro continui battibecchi finiscano per rovinare il matrimonio, amici e parenti ordiscono un goffo piano per farli innamorare; Ben e Bea, venuti a conoscenza del complotto, fingono di cadere nella trappola e di essere una coppia.    





Come nel testo shakespeariano, l’impalcatura di sotterfugi e malintesi crolla sotto i colpi della Fortuna; il lieto fine è d’obbligo, sì che intrighi e sotto-intrighi si concludono felicemente con la riconciliazione tra i due amanti davanti al Teatro dell’Opera di Sydney. Mentre in Molto rumore per nulla troviamo una struttura a chiasmo per gli intrecci d’amore (la coppia Claudio-Ero che compie un percorso opposto rispetto alla coppia Benedetto-Beatrice) e diverse scene digressive (ad esempio quelle dedicate ai popolani messinesi che fanno le “ronde” notturne), in Tutti tranne te la trama si incentra sulla sola coppia Ben-Bea e non mette mai in discussione il legame tra Claudia e Halle. I personaggi di contorno sono così soltanto tratteggiati, e talvolta macchiettistici (come il surfista australiano). 





Pur promettente nelle sue premesse e nelle scene iniziali, il film perde progressivamente di mordente nella seconda parte. A differenza di altre commedie romantiche, manca poi in Anyone But You qualunque spunto di critica sociale: sia i due protagonisti sia i personaggi secondari appartengono all’upper class, dipinta perlopiù come brillante ed eccentrica. Nonostante ciò ‒ e nonostante alcune evidenti cadute di ritmo ‒, il film si fa apprezzare per la briosa leggerezza dei dialoghi e per l’intesa tra Sydney Sweeney e Glen Powell. La morale, in fondo, è intuibile: «bestia volubile» (1) è l’uomo, e, se questi non si può opporre alla potenza di Eros, tanto vale che danzi la danza della vita.


  

(1) W. Shakespeare, Molto rumore per nulla, Atto V, Scena IV, v. 106.



Voto: 3/5


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