2021, 148min.
Di Jon Watts
Con Tom Holland, Zendaya, Willem Dafoe
Recensione di Cristiano Lo Presti
Spoilerometro:

L’attesa per l’uscita del terzo capitolo sull’arrampicamuri interpretato da Tom Holland è stata lunga ed estenuante, per via di tutti i rumor su chi sarebbe apparso o meno, i leak, le aspettative che andavano aumentando col passare del tempo e considerato il serio rischio di uscire dalla sala delusi nel caso in cui il risultato non avesse rispettato quelle aspettative che nel frattempo avevamo cominciato a creare nella nostra mente. Alla fine non ne potevo davvero più di tutti quegli articoli con ipotesi, macchinazioni, voci di corridoio e teorie sul film.
Il pericolo di un disastro era davvero dietro l’angolo. Basti guardare la storia delle trilogia (compiute o mancate) dedicate al più amato dei personaggi Marvel che hanno preceduto il suo ingresso nell’MCU: Il terzo capitolo diretto da Sam Raimi, del 2007, è stato un disastro tale da portare alla cancellazione dei piani del quarto capitolo con protagonista Tobey Maguire; Il terzo capitolo dell’era Andrew Garfield, dopo il deludente The Amazing Spider Man 2: Il Potere Di Electro del 2014, non è direttamente mai arrivato in sala. Questi disastri cinematografici hanno una cosa in comune: decisamente troppa carne al fuoco, peraltro sviluppata male.

Come dicevo, il rischio di fallire anche in questo caso era altissimo. Un film capace di mettere insieme la prosecuzione della narrazione di Spider-Man: far from home del 2019 , il “multiverso” e il ritorno dei villain più iconici delle trilogie (o quasi) precedenti, cercando di inserirli a dovere nel racconto, in modo sensato, organico. La sfida era davvero ardua e a mio avviso è più che superata. Jon Watts ha fatto il miracolo.
Certo, i film della Marvel hanno il difetto di essere soddisfacenti la prima volta che li vedi, e via via sempre meno quando ci ripensi su. Non tutti, ma quasi. Ma oggi, cioè il giorno dopo averlo visto al cinema, la mia opinione è che si tratti del miglior film di sempre su Spider-Man e il miglior film del Marvel Cinematic Universe tutto.
La mia impressione è che siano riusciti ad offrirci un prodotto d’intrattenimento che, pur puntando moltissimo sul fan service, riesca ad offrirci una buona riflessione (per quanto non nuova) sul significato dell’essere eroi, i suoi rischi, le responsabilità (grandi!) che ne derivano, le conseguenze delle proprie azioni e su come ogni scelta comporti irrimediabilmente una rinuncia. Come dire, dopo aver cercato di dare un senso al pretesto (imperfetto) che dà il la alla trama, si sono impegnati a scrivere una sceneggiatura tanto lusinghiera nei confronti dei fan, quanto solida, e questo per un film della Marvel non è poco. A tratti davvero emozionante, a tratti divertente, in grado – nonostante la continua fuga di notizie e le innumerevoli teorie – persino di stupire, di dare una buona caratterizzazione ai tanti personaggi, dargli spessore, gestendo le diverse sottotrame senza lasciare nulla per strada e regalandoci un finale veramente soddisfacente.

In generale tutto il cast ha fatto un ottimo lavoro: Tom Holland, bravo a portare sullo schermo il complesso bagaglio emotivo di un personaggio che, per la prima volta, raggiunge la piena maturità; Marisa Tomei che finalmente ha la possibilità di dare uno spessore alla zia May, che nei due capitoli precedenti era mancato; Alfred Molina che, come già accadeva nel bellissimo Spider-Man 2 di Sam Raimi del 2004, riesce ad incarnare molto bene il dualismo del suo Otto Octavius. E poi Willem Dafoe: davvero impressionante (ma questo lo sapevamo già), a mio avviso mette in scena il suo miglior Norman Osborn.
L’unica cosa che forse impedisce a Spider-Man: No Way Home di raggiungere la perfezione assoluta (sia chiaro, contestualmente agli obiettivi che un’opera del genere si prefissa) è la qualità degli effetti visivi, che per quanto notevole non raggiunge la meraviglia del capitolo precedente. Ma questo sicuramente non mina minimamente l’entusiasmo che ho provato vedendo il film. Grazie.
Voto: 4/5
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