2013, 110min.
di Jonathan Glazer
con Scarlett Johansson, Dougie Mc Connell, Adam Pearson
Recensione di Luca La Russa
Spoilerometro:

Il regista e sceneggiatore britannico Jonathan Glazer, noto in particolare per le sue collaborazioni col mondo della musica in quanto autore di diversi videoclip di celebri artisti, confeziona un atipico film di fantascienza basato sul romanzo di Michael Faber Sotto la pelle. Una aliena prende le sembianze di una bellissima donna e sfruttando il suo fascino adesca una serie di vittime in giro per la fredda Scozia: tali malcapitati trovano una orribile morte poiché i loro organi vengono utilizzati, intuiamo, come fonte di nutrimento per la creatura, che viene aiutata nei suoi piani da un misterioso motociclista probabilmente anch’egli invasore alieno sotto mentite spoglie.

Uno degli elementi che sicuramente conferisce originalità al modo in cui l’autore sceglie di affrontare il genere a cui la pellicola dovrebbe appartenere è proprio il modo in cui viene riportata ogni informazione: l’approccio di Glazer è infatti soprattutto visivo ed estetizzante, con i dialoghi ridotti al minimo. Si capisce dunque che al regista interessa insistere più sulle sensazioni e impressioni che sulle spiegazioni, non disdegnando soluzioni che hanno a che fare con il mondo dell’astratto e dell’onirico.
Alcune delle sequenze più interessanti sono proprio le “catture” delle prede della conturbante protagonista, da lei portate in uno spazio indefinito in cui riusciamo a distinguere a volte solo i corpi in una sorta di vuoto misterioso. Queste scelte artistiche sono rafforzate senza dubbio dal raffinatissimo contributo della colonna sonora originale di Mica Levi, che accentua la dimensione straniante delle immagini.

La vocazione estetizzante che prevale nel film trova invece un contrasto sapientemente orchestrato con le parti in cui la protagonista si muove per l’inospitale provincia proprio come in un road movie: le immagini sono molto più semplici e realistiche e scopriamo che addirittura alcuni incontri con la gente comune sono state ideate come una sorta di candid camera con persone inconsapevoli, probabilmente per esagerare la distinzione tra il mondo dell’aliena e l’umanissima popolazione delle Highlands.
Il tema del contrasto e del doppio sembra proprio il cuore pulsante dell’ambiziosa opera di Glazer che non a caso sceglie di dirigere Johannsson, una delle icone della sensualità della storia cinematografica contemporanea nel ruolo disturbante della extraterrestre mangiauomini ottenendo una performance eccezionale. Va segnalato però che proprio l’evoluzione del personaggio, che dopo un incontro con un ragazzo deforme comincia a provare pietà e curiosità per gli umani, forse sarebbe potuta essere più convincente sul piano della scrittura, anche se ciò non impedisce di considerare la pellicola pregevole e sicuramente molto originale.
Voto: 3.5/5
Comments